Mario Fani

Linee d’ombra

a cura di Francesca Anfosso

info: opening: giovedì 2 marzo 2023 ore 18.30
exhibition: 3 marzo - 3 maggio 2023

 

La galleria 28 Piazza di Pietra è lieta di presentare Linee d’ombra, nuova personale di pittura di Mario Fani. Dopo Luminescenze (2019) il pittore aretino torna a esporre a Roma con una serie di 25 dipinti inediti per la maggior parte realizzati tra il 2022 e il 2023.
In questo nuovo ciclo di dipinti prevalgono le rappresentazioni di interni per lo più caratterizzati da grandi affacci sul paesaggio esterno, che oltre ad ampliare la prospettiva consentono l’ingresso della luce. Ed è proprio la luce a svelare e al contempo nascondere i pochi e semplici elementi di arredo tramite il sapiente e ben noto utilizzo da parte di Fani del gioco chiaroscurale.

1.A tavola Olio su tela 40x50 2021
10.La brocca 30x40 olio su tela 2020
11.La brocchetta Olio su tela 30x40 2022
12.La ciotola blu 30x50 Olio su tela 2022
13.La tazza azzurra 17x32 olio su tela 2022
14.limonata 30x50 olio su tela 2022
15.Mattinale 90x150 olio e acrilico su tela 2023
16.Mela dell orto 30x50 olio su tela 2023
17.Melograno 17x32 olio su tela 2022
18.Quando fa sera 60x100 olio e acrilico su tela 2022
19.Riflessi Olio su tela 30x50 2022
2.Angolo scuro olio su tela 40x50 2022
20.terre lontane 60x70 olio su tela 2023
21.Tibetana 17x32 olio su tela 2023
22.Tondo olio su tela Diametro 60 2022
23.tre limoni Olio su tela 30x50 2022
24.Un bicchier d acqua  30x40 olio su tela 2022
3.Aspettando la sera 50x60 olio su tela 2023
4.Astro notturno 120x160 olio e acrilico su tela 2022
5.Azzurra Olio su tela 30x40 2022
6.Coppia fissa 30x40 olio su tela 2021
7.frutto di casa 30x50 olio su tela 2022
8.Il cielo dentro 80x60 olio e acrilico su tela 2022
9.In cerca di luce Olio su tela 30x40 2022

 

Sono trascorsi dieci anni da quando un quadro di Mario Fani catturò la mia attenzione dalla copertina di un libro di Alberto Asor Rosa e per coincidenza (destino forse?) si scoprì che avevamo una cara amica in comune. Il dipinto in questione, un tavolo con due sedie capovolte e una finestra spalancata sul cielo terso della campagna del Casentino, è l’inizio di questa storia di collaborazione professionale sì, ma anche e sopratutto di stima e amicizia. Dalla sua prima personale in galleria nel 2014 a cura di Arnaldo Romani Brizzi ad oggi, la pittura di Mario Fani non ha mai smesso di suscitare in me quel senso di meraviglia e rapimento che avevo provato nell’ammirarla la prima volta. Come allora anche nell’ opera in copertina di questo catalogo, Il cielo dentro, la luce e il prediletto paesaggio campestre tanto caro al pittore aretino fanno il loro prepotente, ma silenzioso, ingresso in casa. La illuminano e ne diventano parte. Su un tavolo un bicchiere e una bottiglia, nell’ombra il profilo di una sedia rivolta verso l’infinito. Luce ed ombra sono da sempre al centro della ricerca pittorica di Fani, protagoniste di ogni dipinto, tramite un uso sapiente, rivelano e nascondono ambienti e oggetti proposti alla nostra contemplazione. Ombre che non sono mai l’anticipazione di un buio incombente ma premessa stessa della luce che a sua volta esalta riflessi, scintillii e trasparenze di oggetti quotidiani, silenziosi e immutabili come gli ambienti che li racchiudono.
La luce suggerisce inoltre una dimensione temporale; in Mattinale la luce calda del sole del mattino filtra timidamente ad illuminare l’ambiente delineando sul pavimento una finestra, in Quando fa sera è più tenue e delicata e insieme ai pochi oggetti che arredano la tavola suggerisce l’approssimarsi della cena.
Come di consueto la presenza umana non è raffigurata, ma si avverte; qualcuno ha appena raccolto dall’albero qualche limone e un piccolo melograno, ha versato l’acqua nel bicchiere, aperto la finestra per far entrare la luce; è invisibile ma non assente. Come se avesse scelto volutamente di collocarsi “fuori inquadratura” per lasciare la scena agli spazi e alle cose. E così il ruolo di protagonisti spetta a luoghi e oggetti “semplici” su cui nella convulsa vita di ogni giorno non ci soffermeremmo, ma dai quali, avvolti nella serena e profonda armonia delle opere di Fani, non riusciamo a distogliere lo sguardo per coglierne ogni dettaglio e sfumatura. Ed è così che, immersi nel silenzio e nell’attesa, ci ritroviamo in uno stato di dubbio e sospensione. A tale riguardo Alberto Asor Rosa, suo storico estimatore, scriveva che osservare le opere di Mario Fani regala un’esperienza in cui “ sentiamo e vediamo cose che stanno fuori dalla nostra dimensione umana normale”. Al confine tra luce ed ombra il tempo sembra essersi fermato.

 

Francesca Anfosso


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