Paleocrio
Talk show: venerdì 1° aprile 2022 ore 18.30
Mostra: 29 marzo - 2 aprile 2022
Orario d'apertura: lunedì-sabato 11 -13 / 16.30 - 20 e su appuntamento / lunedì mattina e domenica chiuso
L’opera di Paleocrio è il frutto di una complessa sintesi tra simbolismo, materia viva e tradizione, da intendersi nel più esoterico ed intimo dei modi possibili.
L’evento-mostra presentato da 28 Piazza di Pietra fine Art Gallery, curato da Francesca Anfosso e organizzato da ComediArting, espone opere pittoriche in gran parte inedite, che approfondiscono il tema dell’inconscio collettivo con particolare sensibilità rivolta ai disturbi del comportamento alimentare (DCA).
Il perché di questo legame è dato dal forte simbolismo che caratterizza l’opera di Paleocrio oltre che dalla pluriennale ricerca condotta negli anni su argomenti psicanalitici con volontà, anche catartica e terapeutica. Quando parliamo di un simbolo impattiamo contro uno scoglio di contraddizioni e di paradossi, che sono poi, quando non compresi, trappole escatologiche organizzate dall’inconscio. Non possedendo strumenti alternativi, l’arte, nella sua limitata spinta all’utilitarismo rende afferrabile l’enigma dei simboli attraverso la percezione sensoriale, che non è ne sarà mai confinata al semplice guardare.
Essendo tangibile, proprio come un trauma esterno, l’arte catalizza il dolore, ne mostra il senso e ne rende utile il travaglio. Il trauma occulto, però, compare nei simboli - vettore supremo - capaci di svelare la radice arcana e sicuramente collettiva della più profonda sofferenza umana.
L’Arte, dunque, ci raggiunge in “estensione” conducendoci al piacere. Il Simbolismo in Essa celato raccoglie con lucidità ogni dolore perché possa essere visto, compreso e reso, forse, vano.
Questo legame tra arte, dolore e speranza di superamento, sintetizzato nel simbolo, trova espressione anche nelle parole del testo in catalogo, che il professore Leonardo Mendolicchio, Psichiatra esperto di DCA, dedica all’artista: «L’arte non è tale se non provoca il tempo che rappresenta, l’arte deve necessariamente essere lo strumento per osservare il mondo in cui viviamo da una “prospettiva” inedita. Nel pieno di Paleocrio, infatti c'è una differenza rispetto al “troppo” della società dei consumi, mentre la prima dispensa “oggetti” di consumo, il nostro artista invece, ci regala simboli puri. Qual è il potere del “simbolo” che trova nell'arte il più sublime dei veicoli? La capacità di donare significati senza mai saziare le persone. Il simbolo nutre senza soffocare, senza rimpinzare, senza saturare. Il simbolo nell'arte tutt'al più rilancia ad un “altrove” che tiene l’individuo sospeso in un interrogativo che vivifica anziché obnubilare come farebbe l'oggetto di consumo.»
Le opere in mostra, sono dunque sia strumenti creativi per interpretare e comprendere il senso del dolore, anche di una persona affetta da DCA, ma non solo, sono parte realmente viva dell’esperimento, poiché tutte le opere presenti sia nella mostra che nel catalogo pubblicato per l’occasione (Pandion ed.), sono state realizzate utilizzando tecniche antiche, in prevalenza legate al rinascimento italiano, con il desiderio di recuperare e la capacità di far rinascere, attraverso una ricerca interiore fatta di immagini creative, il senso sacro della bellezza.
Leonardo Caprio in arte Paleocrio vive e lavora a Roma.
A chiusura della mostra, un momento di incontro e talk-show tra arte e psiche coordinato dalla Curatrice e Storica dell’Arte Gina Ingrassia con l’artista Paleocrio e il Prof. Leonardo Mendolicchio, Medico – Psichiatra - Psicoanalista, già Responsabile U.O.C Riabilitazione DCA Ospedale Auxologico Piancavallo Istituto Auxologico Italiano e Direttore Scientifico Rete Food For Mind.
Arte è il lungo addio che imprigiona nell’opera ogni felicità consegnandola
all’eterno, lasciando intorno solamente arcani e vuoti d’ombra.
Paleocrio
Friedrich Shelling sosteneva l’Arte essere organo del pensiero capace di rappresentare e far coincidere l’identità di io e non-io. L’arte è per il filosofo quanto vi sia di più alto, strumento gnoseologico per eccellenza in quanto espressione dell’uomo in cui il soggetto (lo spirito) e l’oggetto (la natura) si fondono. Solo l’arte in tale concezione è in grado di cogliere l’Assoluto. Per Schelling, la rappresentazione dell’Assoluto è possibile soltanto in termini simbolici; il simbolo non è un puro rimandare ad altro, non ha come il segno una funzione indicativa, ma rappresentativa. La sua essenza è puro rappresentare. Ciò che il simbolo rappresenta è infinito, inesprimibile, seppur comprensibile per evidenza.
Il linguaggio pittorico di Paleocrio, antico e stratificato, ha sviluppato nel tempo un’attenzione crescente al simbolismo ermetico; gli oggetti presenti nei suoi dipinti rimandano a raffigurazioni metafisiche e il tono della scena ad atmosfere malinconiche. Una sorta di dolce oblio ne pervade il carattere rendendolo riflessivo e profondo.
Quando si parla di metafisica il pensiero si rivolge istintivamente a Giorgio de Chirico, l’Artista che più di ogni altro l’ha sviluppata durante tutto il suo percorso d’arte, ma la metafisica non è solo uno stile, è un percorso della mente proprio perché, come in Schelling, esprime ciò che va oltre la rappresentazione del reale. Unisce in sé il sogno, la suggestione, il silenzio e il vuoto, è immaginifica e trascendentale. In quest'ottica la pittura di Paleocrio non è invenzione ma rivelazione, poiché guarda oltre la realtà portando con sé un che di magico e misterioso.
Gli oggetti che convivono nelle sue tele, a volte affollandole in un disordine solo apparente, sono la paradigmatica rappresentazione di una vena artistica alimentata nel continuo da una molteplicità di stimoli e suggestioni. E da un istintivo, generoso e quasi irrefrenabile desiderio di condividerli.
Paleocrio possiede il dono, che fu di Morandi, di conferire nobiltà a ciascuno degli oggetti che ritrae e solennità all’ambiente (la tela) che li racchiude. A fronte di una fisicità immobile si coglie la loro “vitalità” e si avverte il silenzioso dialogo tra ognuno di essi. Tutti protagonisti, con pari dignità, della rappresentazione proposta. Parti essenziali e coerenti di un un messaggio artistico unico e compiuto.
Lo spessore di un’opera d’arte si misura nella sua capacità di attrarre e coinvolgere chi l’osserva, nel suscitare dubbi, meraviglia, emozioni. Ciò senza dubbio accade facendo scorrere lo sguardo e la mentesull’opera pittorica di Paleocrio, a testimonianza e compimento della missione che l’Artista si è dato.